Casa Santa di Loreto
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI FASI STORICO-COSTRUTTIVE
I lavori di costruzione cominciarono nel 1700 e finirono cinque anni dopo con l’inaugurazione del santuario l’8 settembre 1705, festa della Natività di Maria. A seguito del terremoto del 1968, la Casa Santa venne lasciata in totale abbandono e derubata dei suoi arredi. Nel 1996, dopo un ventennio di lavori, fu restaurata.
NOTIZIE STORICHE
Un gesuita nativo di Perugia, Padre Silvio Ludovico Minimi (1633-1730), che visse per quarantacinque anni nel Collegio di Salemi, devoto della Madonna di Loreto, pensò di edificare nel recinto del collegio una copia della “Santa Casa” di Loreto. La progettazione dell’opera fu affidata all’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico (1648-1754) e la Casa fu consacrata al culto l’8 settembre 1705 da Mons. Bartolomeo Castelli, vescovo di Mazara del Vallo.
Nel 1715, sotto l’altare, in un’urna di vetro, vennero sistemate le sacre reliquie di San Vittoriano martire, pervenute da Roma ai PP. Gesuiti. Fino alla fine dell’800, fu meta di pellegrinaggio e luogo di devozione mariana. Il 28 dicembre 1995, la Casa Santa venne riaperta al culto dall’arciprete Pasquale Gandolfo e dal sacerdote salemitano Marco Renda.
L’EDIFICIO
L’edificio presenta un discreto stato di conservazione.
La chiesa è a pianta rettangolare con due porte e appartiene a quel fenomeno europeo di costruzione di Case Sante sul modello del Santo Sepolcro. Essendo la copia fedele della Santa Casa di Loreto nelle Marche, quella di Salemi si trova anch’essa inglobata in un edificio religioso che consente di girare attorno per ammirare le decorazioni delle pareti esterne. I muri esterni sono adornati da affreschi che riproducono, in tutti i particolari, i bassorilievi in marmo dell’originale. Si può ammirare un’Adorazione dei Magi, una Fuga in Egitto, lo Sposalizio della Vergine, la Presentazione di Gesù al Tempio e la Visita di Maria a Santa Elisabetta. È andata perduta, per la precarietà dell’intonaco, la Natività di Gesù, che era posta nella parete di nord-ovest.
Sopra la finestra, si legge questa scritta: «Forma Domus in qua verbum caro factum est. Anno 1705» (La casa dove la parola si è fatta carne. Anno 1705).
L’interno della casa è suddiviso in due sezioni: la casa vera e propria con l’altare impreziosito da un tabernacolo scolpito nell’alabastro e contornato da reliquari ricoperti di cristalli e di legno dorato; la sezione dietro l’altare contiene la cappella con la statua della Madonna nera. Il pavimento, invece, è formato da mattoni esagonali di cotto invetriati.